CIDAS a Riaperture Photofestival con un incontro sull’accoglienza dei rifugiati

Dal 13 al 29 maggio 2022 torna Riaperture il festival di fotografia: ogni settimana a Ferrara riaprono luoghi normalmente chiusi al pubblico o abbandonati, che rivivono grazie ad eventi ed esposizioni di immagini. 
In programma mostre, workshop, letture portfolio, incontri e tanto altro.

Nel 2022 Riaperture vuole parlare di viaggio, in tutte le sue forme, mezzi e declinazioni possibili: che sia reale, immaginario, nello spazio, nel tempo e anche di fantasia.

CIDAS sostiene questa importante rassegna, giunta alla sua sesta edizione, promuovendo la mostra Non più, non ancora di Valerio Muscella e Michele Lapini, un progetto che esplora il viaggio e le condizioni di vita delle persone migranti bloccate in Bosnia, alle porte della Fortezza Europa, sospesi tra un passato che li ha costretti a partire e un futuro che non li vuole accogliere, in quella che il sociologo algerino Abdelmalek Sayad definisce la doppia assenza.

Sabato 14 maggio alle 17 presso il Consorzio Factory Grisù in via Ortigara 11 a Ferrara la cooperativa parteciperà al talk Sai cos’è il progetto SAI?
Come ci prendiamo cura dei Richiedenti asilo e dei Titolari di protezione internazionale?
Come si svolge il loro “viaggio” nel nostro paese? Quali sono le tappe: dalla presa in carico all’autonomia?
I professionisti esperti di accoglienza ed integrazione di CIDAS rispondono a queste domande, raccontano come il progetto SAI (Servizio Accoglienza Integrazione) li conduca ogni giorno a occuparsi dei molteplici aspetti di queste attività, dalle relazioni con le istituzioni fino al servizio di supporto psicologico offerto ai beneficiari.
Verrà inoltre presentata Photovoice una mostra fotografica che racconta, attraverso Polaroid scattate dai beneficiari del progetto SAI DM Ferrara, il punto di vista quotidiano di chi grazie al SAI può tornare a vivere con dignità.

SCHEDA DELL’INCONTRO

Moderano: Gloria Carlini con Riccardo Furlati, Silvia Nodari di CIDAS e Ismail Swati
Intervengono: Valerio Muscella e Michele Lapini, autori della mostra fotografica Non più, non ancora
Presenta: Giacomo Brini, presidente di Riaperture Photofestival

Gloria Carlini in qualità di coordinatrice CIDAS del progetto SAI DM Ferrara, introdurrà l’argomento dell’accoglienza e integrazione dei Richiedenti asilo e Titolari di protezione internazionale.

Riccardo Furlati, operatore sociale progetti SAI di CIDAS, presenterà la parte operativa riguardante la presa in carico dei beneficiari nei progetti SAI; in particolar modo lo svolgersi quotidiano delle attività previste oltre a quelle da ideare e organizzare e lo strutturarsi del rapporto di fiducia col beneficiario.

Silvia Nodari psicologa progetti SAI di CIDAS si occuperà del focus sulla presa in carico psicologica, il monitoraggio delle situazioni in bilico al fine di prevenire forme di disagio comportamentale e relazionale che possano andare ad inficiare il percorso/viaggio di integrazione che ciascun beneficiario intraprende.

Ismail Swati, mediatore di confine (Onlus ICS – Consorzio italiano di solidarietà – Trieste), fondatore e redattore della Rivista Gorizia News and Views, che ci racconterà la sua esperienza diretta lungo la rotta migratoria dei Balcani.

SCHEDA DELLA MOSTRA

Non più, non ancora è un progetto che esplora le condizioni di vita delle persone migranti bloccate in Bosnia, alle porte della Fortezza Europa, sospesi tra un passato che li ha costretti a partire e un futuro che non li vuole accogliere, in quella che il sociologo algerino Abdelmalek Sayad definisce la doppia assenza.

Il loro viaggio può durare anni e qui, al confine con l’Europa, si interrompe a causa dei respingimenti illegali e violenti da parte della polizia di frontiera e delle politiche repressive europee.

Nel cantone di Una Sana nel nord del paese, migliaia di persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà, provenienti principalmente dall’Africa sub-Sahariana, dal Medio Oriente e dall’Asia Minore, vivono accampate in insediamenti di fortuna, in tende esposte alle intemperie e al gelo, nei boschi e in edifici abbandonati nelle periferie delle città, lontane dagli sguardi ostili dei cittadini e delle istituzioni locali, in attesa di raggiungere paesi europei come l’Italia, la Francia o la Germania.

Sono donne e uomini, anziani, famiglie con bambini e adolescenti soli, alle prese con le conseguenze psicologiche delle migrazioni forzate e della violenza delle frontiere. Molti di loro riferiscono di sentirsi disperati, umiliati, spaventati e senza speranza, in particolar modo coloro che viaggiano da periodi di tempo più lunghi e che sono già stati esposti a esperienze potenzialmente traumatiche, sia nel paese di origine che durante il viaggio.

L’intenzione di questo racconto è quella di offrire uno spazio di riflessione e di ascolto, attraverso i volti, le storie, i pensieri e le emozioni delle persone protagoniste di traiettorie di vita tese verso la ricerca della libertà. Le frontiere diventano così i luoghi di un’esistenza presente, in un paesaggio fatto di emarginazione, precarietà abitativa e sogni sospesi.

PER VISITARE LA MOSTRA

Tutti i weekend dal 13 al 29 maggio 2022
venerdì dalle ore 18.00 alle ore 23.00
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00

BIOGRAFIE DEGLI AUTORI

Valerio Muscella (1985) is an Italian freelance photographer and documentarist interested in issues related to human rights and forced migration in Europe and the Middle East.  He has a Master Degree in Clinical and Community psychology and he has been working on  community-based actions and in mental health with unaccompanied minors, street children, asylum seekers and refugees. His works were published in national and  international press such as Internazionale, Deutsche Welle, L’Espresso, Mediapart and La Stampa. Among his works, the 4Stelle Hotel web documentary, about 250 migrants living in an abandoned building in Rome, won the first prize in the Cross Media Reporting-Dig Award 2015. He published “MOTUS. Camps, borders, rights”, (Ed. Il Galeone 2018), a photographic book about a 5 years journey about the stories of migrants and refugees across Europe and the Middle East. He has been collaborating with New-York based photographic agency Redux Pictures and he is currently collaborating with UNHCR Italy as a freelance photographer.

Michele Lapini (1983) is a Bologna-based Italian freelance photographer.  He has a Master’s Degree in Development, Cooperation and Human Rights from the University of Bologna. His photographic work is characterized by a deep interest in social, political and environmental issues.  In addition to his work as a photojournalist, he also exhibits and collaborates in various sectors: cinema, publishing and public art. He has been published in international and national magazines including Internazionale, Stern, El Pais, L’Espresso, The Guardian, Vice, Le Monde Diplomatique, Corriere della Sera, Repubblica, and more. He won the Environmental Photographer of the Year 2021 in the Future Landscapes category and the Italian Sustainability Photo Award 2021 for best single photograph.

Estense.com / 15/05/2022

Rassegna stampa

https://www.cronacacomune.it/ – 06/05/2022
https://www.telestense.it/ – 06/05/2022